Il Marco Polo si racconta

    Il Marco Polo si racconta

    So che ci sei

    Non ci rendiamo conto mai dell’importanza di ciò che ci circonda ed è bizzarro, perché si arriva a capirlo soltanto quando ci viene tenuto lontano. Non mi piace dare le cose per scontate ed è per questo che il più delle volte attribuisco un valore che va oltre l’effettivo. Per le persone questo meccanismo non vale, perché più di quanto significhino realmente non posso arrivare a stabilirlo. Però Mamma, Babbo ed Alo, da sempre al mio fianco nella vita di ogni giorno, capisco ora più che mai quanto valgano davvero e quanto fondamentali siano nella mia vita. Ora che mi trovo a cinquanta metri da loro, con un confine di circa due pareti a dividermi da casa, sento che qualcosa mi manca, e mi manca davvero. Mi manca sentire la casa che si popola di risate quando tornando da scuola la cartella pesante scivola sulla panca triste e sola che al rientro da una giornata pesante si rianima di luci e calore; il profumo dei risotti e la carne come solo Babbo sa cucinare e la dolcezza che in ogni gesto Mamma lascia dietro di sé; il rumore della tv accesa a tarda sera e le coccole sul lettone con la gatta che si addormenta di fianco a me. Mi manca respirare l’odore di casa ed assaporare l’amore che infonde semplicemente perché abitata da piccole grandi parti di me. Ora in questa casa deserta da riscaldare tutto pare circondare soltanto una persona: le pareti sono sufficientemente spaziose per accogliere almeno altre dieci entità, ma io resto comunque da sola. La casa impara le mie abitudini, senza custodire più quelle di nessun altro. Rimane un confronto tra me e lei, dove la notte entra, l’alba si assopisce ancora e tutto si concentra lungo quei dieci passi che dalla cucina riavvolgono al letto, dove un libro accompagna la sera ed una chiamata il mattino tra i libri. In ogni caso però, quando prima di dormire raggomitolo le coperte fin sulla fronte e spengo ad una ad una le luci ed i rumori, non percepisco la sensazione di essere sola. C’è un’immagine incorniciata alla parete che sorride e mi rassicura, mi sussurra di non avere paura e costantemente afferma la sua presenza. È tramite quei due occhi cerulei che assomigliano un po’ al cielo ed un po’ al sole che io sento di essere a casa, anche quando casa è ad un confine temporale di qualche settimana da me.
    Perché io so che ci sei Matte,
    so che ci sei.
    Tu sei con me ed io non sono sola.

    Giada Coveri, 4D