Mi hai chiesto una mano, ed io non ho saputo dire di no. Ci siamo aiutate a vicenda, perché sì. Forse perché ci trovavamo quasi sempre d’accordo, non lo so.
Ma dopo (purtroppo) troppo tempo l’ho capito.
Guardandoti in faccia, aprendo per davvero i miei occhi l’ho visto.
La finzione di quel sorriso.
Ho tolto quelle rocce che bloccavano il mio giudizio, ed ora che l’ho fatto, riesco a vedere quanto falso è quel tuo sorriso.
Annuisci quando parlo e allarghi sempre di più le labbra, come se davvero ti stessi divertendo.
Ma non è così, vero?
Mi hai sempre dato l’idea di avere una maschera che nascondeva il tuo vero volto.
Dopo che ho finito di parlarti, mi darai le spalle e quel sorriso sparirà. Come minimo, da quelle stesse labbra che hanno scherzato con me usciranno degli insulti.
Perché è più facile fare così, invece che affrontarmi direttamente.
La tua “doppia faccia” non è mai stata invisibile.
E se sono riuscita a capirlo io, credo che anche molte altre persone se ne siano accorte.
Alice Maestrini, 4H