Innamorati, perché se non ti innamori è tutto morto
sii la persona che ama e al tempo stesso quella amata:
togliti quel peso dal cuore.
Consuma la gioia e diffondi l'allegria
sii triste ed esuberante allo stesso tempo
sbatti in faccia alla gente la tua felicità
urla, ribellati e fatti sentire
sii felice
che la felicità trasmette tutto.
Soffri
non avere paura di soffrire, tutto il mondo soffre
non devi privarti di nessuna emozione.
E poi piangi
per liberarti di quel dolore.
Metti te stesso prima
che sei l'unica persona che ti resta.
Guarda fuori
leggi le persone e le loro storie
sii diverso e apprezza il diverso
sbaglia, commetti errori
fregatene
non pentirti di niente, non provare rimorso
perditi e poi ritrovati se necessario.
Salta dentro l'esistenza vera
e non perdere il momento
di "SI" alla vita, anche a quella che va avanti:
goditi questo dono prima di doverlo restituire.
Mi rendo conto che la società è invasa dal pregiudizio, è proprio l’essere umano che ne è fortemente condizionato in ogni sua azione o rapporto sociale. Me ne accorgo nei rapporti tra amici, lo sento nell’ascoltare i miei quando parlano, lo sento alla televisione. Proprio in tv mi è capitato di vedere una trasmissione “Buoni o cattivi”, in cui si parlava di come nascono le “baby gang”, di come le persone povere che vivono in situazioni di forte disagio si riducano a dover far del male ad altra gente pur di sopravvivere. Si parlava di furti, spaccio, risse che quotidianamente avvengono in alcuni quartieri delle grandi città. Queste baby gang sono formate da ragazzini che identificano la stessa baby gang con la famiglia; si chiamano fratelli fra loro e tutto ciò che riescono a racimolare con furti o spaccio viene messo in una specie di cassa comune a disposizione di tutti. A parlarne così ecco che arriva il giudizio... ma guarda questi qua invece di andare a scuola o a lavorare cosa fanno!!! Spacciano, rubano. Delinquenti! Cattivi!!! Ma quando poi si conoscono le storie di vita di questi ragazzi, beh! Allora ecco che ci si accorge di aver pensato dando voce al Pregiudizio. Bisogna capire perché quel ragazzo si comporta così, che contesto familiare ha avuto o non ha avuto. Non che con questo si debbano giustificare comportamenti sbagliati ma li si deve comprendere; bisogna fare in modo che lo Stato attivi sempre maggiori Istituzioni idonee al recupero di questi ragazzi per risanare questi quartieri alla deriva.
Sono buoni o Cattivi? Siamo Buoni o Cattivi?
Vi è mai capitato di sfogliare tra le pagine della vostra vita e di soffermarvi a pensare ai momenti passati, alle cose che abbiamo fatto e alle cose che avremmo potuto fare
A me è capitato più volte, ma credo anche a voi. Credo succeda un po’a tutti
È una cosa che mi ha fatto crescere, che mi ha fatto riflettere su cose mai provate o mai fatte, su cose che avrei voluto cambiare se avessi avuto la possibilità di tornare indietro.
Se ci pensate solo un attimo, le pagine della nostra vita sono scritte ogni giorno, ogni mattina che ci alziamo dal letto, così per tutta la giornata. È tutto così naturale, tutto cosi automatico.
Ognuno ha il suo libro personale, un libro che ci portiamo dietro in tutte le situazioni, in tutti gli istanti della nostra giornata.
Ciò che viene impresso sopra, pagina dopo pagina, dipende solo da noi.
Non dipende da nessun altro.
A volte però, quando ci capita qualcosa di brutto o spiacevole, ci viene voglia di buttare via questo libro, di strappare qualche pagina o anche tutte, perfino la sua copertina.
Per fortuna, però, non è sempre così… perché ci rendiamo conto che il nostro libro ha un senso solo nella sua completezza con le pagine che ricordano momenti belli e quelle che ricordano momenti di maggiore difficoltà.
Ci servirebbe forse un libro più grande per scrivere le cose belle e spensierate, ma non ci sarebbe più un equilibrio, il giusto equilibrio della vita di ognuno di noi.
Io sono riuscito a comprenderlo finalmente questo equilibro, ed è anche grazie a questo se ora sono qui a scrivere una bella pagina da collocare nel mio libro personale.
C’è voluto del tempo per capirlo, ma cominciare a comprendere è stato un momento importante ed entusiasmante.
Tutti avrebbero bisogno di cogliere questa occasione per capire quanto bene può fare, quanta sicurezza può dare il conservare gelosamente nel nostro libro anche le pagine più buie, le più scure del racconto.
Impariamo tutti a non vergognarci di leggere il nostro libro davanti a tutti, di leggere soprattutto le pagine che non vorremmo mai leggere della nostra storia.
Ci aiuta a crescere.
Ci aiuta a confrontarsi con gli altri su cosa è sbagliato o no.
Ci aiuta a non giudicare più un libro dalla copertina, perché non si può mai sapere cosa è possibile trovare dentro il racconto di una vita.
Giudicare un libro o una vita solo dalla copertina, dall’apparenza, senza neanche aprirlo, non è giusto e per questo potremmo perderci chissà quali sorprese
Impariamo tutti insieme a dare il giusto peso alle parole; le pagine che vengono trascritte sono frutto della nostra fantasia, della nostra curiosità, della nostra felicità.
Non appartengono a nessun altro, solo ad ognuno di noi.
Fin da piccola ho sempre creduto che dentro di noi ci fosse un rubinetto. Sì, un rubinetto nascosto da qualche parte nel nostro corpo.
Dove?
Non ne sono molto sicura. Non mi sono mai soffermata a pensare dove potesse essere, ero solo fermamente convinta che ognuno ne avesse uno.
Non puoi non averlo. E se sostieni il contrario, ti sbagli.
Si dice sempre che nessun uomo è uguale ad un altro, quindi anche il rubinetto può variare.
Magari ha delle dimensioni piccole, così minuscole da farti credere che non ci sia, o semplicemente è difficile da aprire e, in automatico, ti viene da pensare “non c’è”.
Qualunque sia la situazione, il rubinetto esiste ed io so che il mio è molto grande.
Ed ha delle perdite.
Molte persone mi hanno suggerito di ripararlo, ma è abbastanza difficile. Ci vuole tempo per fermare l’acqua e in questo momento non ho la forza necessaria per farlo.
Almeno, non ora.
Non mi piace questa parte di me.
Si apre troppo spesso e per dei motivi che gli altri considerano stupidi: magari ci passi accanto, lo sfiori leggermente, senza avere veramente intenzione di aprirlo e subito l’acqua comincia a scendere giù a fiotti.
Si tratta di una delle tante parti sbagliate che credo di avere.
Ma, anche se la penso così, chi ti dà il permesso di giudicare?
Sì, si apre in alcuni momenti in cui non servirebbe, momenti in cui è stupido lasciare uscire
l’acqua… però questo non giustifica il tuo “prendermi in giro”.
O sbaglio?
Riflettendoci ora, può darsi che la pallonata che ho preso abbia fatto scattare la manopola dell’acqua, ma non per forza si tratta del motivo per cui era così lento e facile da aprire.
Non è detto che quelle lacrime riguardavano il dolore alla testa o la rottura degli occhiali, potevano esserci altre motivazioni, cose che tu non saprai mai, ma che comunque hai scelto di giudicare sbagliate.
Siamo abituati a ritenere che amore e dolore siano due sentimenti ben distinti, quasi opposti. Almeno io lo credevo. Pensando alla parola “amore” mi sono sempre venute in mente tante immagini: sorrisi, facce di familiari, di amici, abbracci, prendersi cura l’uno dell’altro, felicità. Felicità perché se sei amato e sai di non essere solo, mai. Sai che in ogni caso qualcuno ha un pezzo di te nel suo cuore, che appartieni a un sentimento più grande di te… Quando si suol dire “l’innocenza dei bambini”, la “fanciullesca ingenuità”, già… crescendo ho scoperto che amore non implica necessariamente felicità, scopro che l’amore non ha una formula, non è una costante ma, semmai, un paradosso. Quanto è stato trattato l’argomento “amore”? Ho sentito dire tante volte che l’amore è ciò che ci rende forti; per me il significato di questa frase ha un segreto nascosto. La mia interpretazione è che amare ci rende deboli, vulnerabili più che mai, ma amare è ciò che ci da forza nella nostra debolezza, continuare ad amare: questa è la più grande forza, non arrendersi di fronte all’amore che ci mette in ginocchio. Amore per me sono lacrime, più pianti che sorrisi e sono proprio quelle gocce bagnate ciò che lo espongono, lo strappano dal cuore e lo denudano per presentarci davanti agli occhi per quello che è: intenso, travolgente, preoccupante, pauroso. L’empatia più forte che si possa mai provare. È ansia che ti attanaglia il cuore, è, credo, l’unico sentimento che riesce a far porre sé stessi al secondo posto. Ovviamente non è solo questo, tutto ciò che costituiva la mia idea di amore precedente è presente, ma è nei momenti di dolore che riesco a percepirlo distintamente, non può essere altro. Amore, poi, non si limita al romantico: per la persona che amo di più non provo attrazione né romantica né fisica, eppure è amore così profondo, così forte. Mi ha cambiata, e non avrei potuto chiedere nessuno di migliore che lo facesse. Vi auguro di trovare qualcuno che vi faccia provare emozioni così forti, nel bene e nel male, nei sorrisi e nelle lacrime.