Siamo nati in un periodo storico nel quale il telefono è diventato un mezzo di comunicazione in grado di poter far tutto, di tenerci in contatto con il resto del mondo, di gestire i nostri impegni e le nostre relazioni, di poter fare acquisti a qualunque ora del giorno e della notte, di ascoltare la nostra musica e di vedere i nostri film e le nostre serie preferite.
Ogni mattina ci svegliamo e ci rendiamo conto di aver ricevuto nella notte decine di notifiche, messaggi e conversazioni
La sensazione, almeno per me, è quella di sentirsi sommersi da un mare sconosciuto.
Ci sentiamo addirittura in colpa e chiediamo scusa anche solo se rispondiamo dopo qualche minuto.
Ma ci siamo mai chiesti cosa ci abbia portato a fare tutto ciò?
Come comunicavano i nostri nonni o semplicemente i nostri genitori?
Dai racconti che sento, per poter comunicare o avere notizie potevano passare anche molti giorni o mesi. Un processo molto lento, ma anche più affascinante.
Si comunicava grazie ad una lettera, grazie ad una cartolina, tutto in modalità cartacea.
Qualche tempo fa ho ritrovato alcune lettere e cartoline di un mio lontano parente, scritte mentre era in guerra e non sapeva neanche se alla fine sarebbero arrivate ai suoi genitori.
Mi sono messo a leggerle e mi sono emozionato. C’è il racconto delle sue paure, della nostalgia per il suo paese, per la sua casa e di quanto gli mancasse la sua terra, la sua terra di origine; di quanto gli mancassero i suoi amati animali.
Tutto così autentico. Tutto scritto in modo semplice, ma vero.
Si preoccupava più di come stessero i suoi genitori che di lui stesso che si trovava in guerra.
Era tutto così ignoto, misterioso e soprattutto lontano, tanto lontano. Oggi fa quasi sorridere il pensiero di non poter comunicare ad una simile distanza.
Invece, non era per niente facile.
La mia non è un’accusa contro la società di oggi e le tecnologie.
Non posso certo dirvi di stare meno dietro al mondo social, di controllare meno ciò che arriva o ciò che vediamo sullo schermo del nostro telefono.
Vorrei solo ricordare a tutti noi che fuori dalle nostre case… c’è un mondo che aspetta solo di essere vissuto.
(Niccolò Brunori, 3D)