Perché si festeggiano? Perché sono giorni speciali.
È il giorno in cui sei nato. Il giorno in cui per la prima volta hai messo piede in questo mondo.
E ogni anno affronti qualcosa di nuovo, combatti sempre per arrivare fino a qui.
Meriti di festeggiare, un giorno tutto per te che passi con le persone a cui vuoi più bene.
Prima stai con la tua famiglia, ti cantano la tipica canzone di auguri e poi mangiate tutti insieme la torta.
Poi stai con gli amici. Ti salutano, ti abbracciano, ti fanno gli auguri e ti porgono il regalo.
Sono giorni felici, dove l'unica cosa che ti passa per la testa è divertirti.
Io però odio questi momenti.
Finché si tratta di festeggiare gli altri, non ci sono problemi.
Faccio gli auguri e consegno il mio regalo.
Poi arriva il mio giorno.
Quello che dovrebbe essere il mio giorno speciale, dove le persone dovrebbero fare a me gli auguri, dare a me i regali.
Eppure, io vorrei sprofondare.
Se fosse possibile, eviterei di festeggiare il mio compleanno.
Se potessi, strapperei quel giorno dal calendario per andare subito a quello successivo.
Perché?
Perché mi sento sola.
Sì, ho la mia famiglia, la cosa più bella del mondo.
Ma io comunque mi sento vuota.
Realizzo quanto sono invisibile per gli altri.
Lo so sempre, in realtà. Ma è come se al mio compleanno, questa sensazione aumenta.
Alla fine, io sono quella ragazza invisibile seduta all'ultimo banco. Quella che viene ricordata solo quando qualcuno ha bisogno di aiuto nei compiti.
Dunque, nessuno ricorda il mio giorno speciale.
Ho sempre considerato questo pensiero tipico di una bambina quando cerca delle attenzioni. Ma forse è più giusto considerarlo come parte della mia insicurezza.
L'insicurezza di essere giudicata, proprio perché in quel giorno le luci dei riflettori sono rivolte su di me. Per questo, purtroppo, continuerò a temere il giorno del mio compleanno.
(Alice Maestrini, 3H)